Finalità principale del progetto è stato lo sviluppo di una metodologia speditiva di analisi della vulnerabilità delle lifeline.
Le lifiline oggetto di analisi sono state: reti stradali, ferroviarie, elettriche ed acquedottistiche. L’analisi della vulnerabilità sismica delle lifeline si è articolata secondo le seguenti fasi:
– Analisi e verifica dei dati disponibili;
– Ricerca dei modelli di vulnerabilità (in ambito non urbano) per le lifeline e di pericolosità;
– Sviluppo del modello più idoneo, in funzione dei dati disponibili e del livello di analisi da realizzare.
Risultati del progetto sono stati i valori di probabilità di raggiungimento o superamento di determinati livelli di danno per le infrastrutture stradali, ferroviarie, acquedottistiche ed elettriche del territorio ricadente nel comune di Potenza, in ambito non urbano.
Ai livelli di danno corrispondono livelli di servizio, ossia di utilizzazione dell’infrastruttura.
La probabilità per i diversi livelli di danno è stata ottenuta attraverso le curve di fragilità e le distribuzioni log-normali cumulative, che danno la probabilità di raggiungere o di superare differenti stati di danneggiamento, dato il valore di scuotimento del terreno. Tali curve sono state ottenute attraverso analisi statistiche dei danni prodotti da terremoti, analisi compiute dalla Federal Emergency Management Agency – FEMA (protezione civile americana), riprese e corrette per le infrastrutture europee nel progetto RISK-UE.
L’analisi è stata condotta ipotizzando uno scenario sismico corrispondente al terremoto del 1273, ché è quello che produce effetti di scuotimento del suolo più alti rispetto ad altri che, pur essendo di intensità maggiore, sono distanti dal territorio comunale e quindi producono effetti inferiori.
In linea generale le reti analizzate hanno mostrato un buon comportamento per il suddetto scenario sismico: la massima probabilità è del 70% e si raggiunge in alcuni casi solo per livelli leggeri di danno, che comportano al massimo una lieve riduzione dell’uso dell’infrastruttura. Per livelli moderati di danno non si supera generalmente la probabilità del 20%. La valutazione dello scuotimento non tiene conto però, di eventuali effetti di sito dovuti alla litologia e dei fenomeni di amplificazione sismica dovuti alla morfologia (conche, creste). Si è fatta precisamente l’ipotesi di suolo rigido per l’applicazione delle relazioni di attenuazioni del moto sismico, relazioni necessarie per ottenere lo scuotimento del terreno in termini di Peak Ground Acceleration (PGA), Peak Ground Velocity (PGV), Peak Ground Displacement (PGD) a partire dalla magnitudo all’epicentro, per poter utilizzare le curve di fragilità.